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Dengue e altri virus trasmessi da zanzare in Italia: cos’è e perché è importante oggi

  • Gruppo Sadel
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

La dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes (specie aegypti e albopictus), caratterizzata da febbre, dolore muscolare/articolare e rash cutaneo. In Italia, questa patologia – un tempo associata esclusivamente ai Paesi tropicali – sta diventando una preoccupazione crescente, insieme ad altre arbovirosi come chikungunya, Zika e West Nile.


Dati e scenario attuale

  • Italia, primo semestre 2025: l’ISS ha confermato 68 casi di dengue e 22 di chikungunya, tutti importati da viaggi, con età mediana rispettivamente di 41 e 49 anni e nessun decesso.

  • Crescita rispetto al passato: tra gennaio e giugno, la dengue passa da 60 a 68 casi, e la chikungunya da 13 a 22.

  • Primi casi autoctoni 2025: l’ISS ha segnalato 1 caso autoctono sia per dengue che per chikungunya, segno del rischio di trasmissione locale.

  • Contesto europeo: nessun altro caso autoctono in Europa continentale nel 2025, ad eccezione di due casi a Madeira. Tuttavia, il WHO/Europe ha re-istituito la sorveglianza stagionale su dengue, chikungunya e Zika.

Cause e fattori di rischio

  • Zanzara tigre (Aedes albopictus): ormai stabilita in gran parte d’Italia (soprattutto coste e periferie urbane), grazie a condizioni climatiche più calde e umide.

  • Cambiamenti climatici: periodi più caldi estesi aumentano la stagione riproduttiva del vettore.

  • Viaggi internazionali frequenti: casi importati da Centro/Sud America, Sud-Est asiatico, Madagascar, isola di Réunion.


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Sintomi, diagnosi, decorso

  • Dengue: febbre alta, cefalea, dolori muscolari e articolari, rash; in rari casi, febbre emorragica con trombocitopenia e shock. Un vaccino (Qdenga/Takeda) è disponibile per alcuni Paesi.

  • Chikungunya: simile alla dengue ma con dolori articolari severi e di lunga durata; decorso acuto e possibili sequele croniche. Esistono vaccini autorizzati in UE: Ixchiq (Valneva) e Vimkunya (Bavarian Nordic).


Prevenzione e trattamento

  • Controllo del vettore: eliminare acqua stagnante (bidoni, sottovasi), trampe larvicide, pulire grondaie.

  • Protezione personale: uso di repellenti (DEET), abiti coprenti e zanzariere.

  • Surveillance & politiche pubbliche: l’ISS coordina sorveglianza epidemiologica, entomologica e screening su sangue e trapianti. Lo studio Nature Communications segnala zone a rischio come coste e periferie urbane.


Implicazioni e strategia futura

  • Maggiore rischio autoctono: con il clima favorevole e la presenza di vettori, l’Italia deve considerare un cambio di paradigma, da emergenza viaggi a endemia potenziale.

  • Coinvolgimento multisettoriale: serve una risposta integrata – sanità pubblica, ambiente, cittadinanza – per contenere la diffusione dei vettori e delle malattie correlate.

  • Sensibilizzazione continua: fondamentali campagne informative e formazione di operatori sanitari per riconoscere tempestivamente sintomi febbrili estivi.

  • Ricerca e monitoraggio: rafforzamento di progetti dedicati e studio delle evoluzioni climatiche e virologiche.


Il quadro 2025 evidenzia come dengue e chikungunya stiano uscendo dall’ambito “importati” per manifestarsi localmente in Italia, grazie alla sinergia tra vettori stabili e clima favorevole. A fronte di centinaia di casi globali, l’Italia deve adottare un approccio proattivo: sorveglianza, prevenzione, informazione, strutture sanitarie preparate e vaccinazioni mirate. Solo così sarà possibile far fronte a una minaccia sanitaria in evoluzione, sempre più domestica.

 
 
 

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