top of page

Asma bronchiale

  • Gruppo Sadel
  • 28 lug
  • Tempo di lettura: 6 min

L’asma bronchiale è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da episodi ricorrenti di difficoltà respiratoria (broncospasmo). Si tratta di una condizione molto comune (colpisce circa il 5-10% della popolazione mondiale, inclusi molti bambini). Vedere o provare un attacco d’asma può essere spaventoso – la sensazione di “fame d’aria” è molto intensa – ma oggi sappiamo gestire questa patologia in modo che chi ne soffre possa condurre una vita del tutto normale. In questa sezione spiegheremo cos’è l’asma, perché i bronchi reagiscono in modo eccessivo, come riconoscerne i sintomi e quali terapie (farmaci e accorgimenti ambientali) permettono di tenerla sotto controllo. Il messaggio è rassicurante: con cure adeguate l’asma può essere ben controllata, evitando crisi serie e permettendo di fare sport e attività come tutti gli altri.


ree

Nell’asma bronchiale, i bronchi (i condotti che portano l’aria ai polmoni) si infiammano e diventano iperreattivi, restringendosi in risposta a vari. Questo restringimento (broncospasmo) è in gran parte reversibile, cioè i bronchi possono tornare aperti spontaneamente o grazie ai farmaci. Ma cosa scatena il broncospasmo? L’asma è spesso legata a una predisposizione allergica (atopia): in molti asmatici il contatto con allergeni come acari della polvere, pollini, peli di animali o muffe provoca la reazione asmatica. Oltre agli allergeni, ci sono altri trigger: l’aria fredda, l’esercizio fisico intenso (asma da sforzo), le infezioni virali (un banale raffreddore può scatenare un attacco in un asmatico), il fumo e gli inquinanti atmosferici, e perfino fattori emotivi (un pianto o una risata molto intensi, o lo stress). Non tutti gli asmatici reagiscono agli stessi stimoli: c’è molta variabilità individuale. Alla base dell’asma vi è una predisposizione genetica (spesso c’è familiarità: altri in famiglia con asma, eczema o rinite allergica) e alterazioni immunitarie: nei bronchi degli asmatici c’è un’infiammazione cronica con cellule immunitarie (eosinofili, mastociti) e mediatori chimici che rendono la mucosa bronchiale sempre “in allerta”. Questa infiammazione di fondo spiega perché i bronchi reagiscono in modo esagerato a stimoli anche minimi (iperreattività bronchiale). Di per sé l’asma non è psicosomatica, ma mente e corpo sono collegati: lo stress può peggiorare l’asma e un’asma non ben controllata causa stress e ansia – quindi vanno affrontati entrambi gli aspetti. È interessante notare che l’asma spesso si associa o alterna ad altre malattie atopiche: ad esempio molti asmatici da piccoli avevano la dermatite atopica o soffrono di rinite allergica (il cosiddetto “marcia atopica”). In sintesi, l’asma è una condizione complessa risultante dall’interazione tra genetica, immunologia e ambiente.


Sintomi e diagnosi


I sintomi tipici dell’asma sono inconfondibili: respiro sibilante (un fischio o sibilo quando si espira), fame d’aria (dispnea) che può comparire a riposo o durante sforzi modesti, tosse secca e senso di costrizione toracica, quasi come una morsa al petto. Questi sintomi spesso peggiorano di notte o al mattino presto, e migliorano spontaneamente o con l’uso di un broncodilatatore inalatorio. Un attacco d’asma lieve può presentarsi come tosse insistente e leggera difficoltà a respirare dopo un’attività; un attacco grave invece porta a respirazione molto difficoltosa, labbra cianotiche, bisogno di sedersi, usare i muscoli del collo per respirare e parlare a monosillabi. Fortunatamente, con la terapia giusta si cerca di evitare di arrivare a crisi così serie. La diagnosi di asma viene sospettata dalla sintomatologia (specie se c’è variabilità nel tempo e relazione con trigger specifici) e confermata da esami della funzione respiratoria. Il test principale è la spirometria con broncodilatatore: il paziente soffia in un apparecchio che misura la quantità d’aria espirata e la velocità; nell’asma non controllata si vede un’ostruzione bronchiale (flussi ridotti) che migliora nettamente dopo inalazione di un farmaco broncodilatatore. Questo conferma la reversibilità tipica dell’asma. A volte la spirometria a riposo è normale (asma intermittente): in tal caso si può fare un test di provocazione bronchiale (in cui si somministra una sostanza che provoca un leggero broncospasmo, come la metacolina, e si vede se il paziente reagisce più del normale). Spesso si eseguono anche test allergologici (prick test cutanei o dosaggio di IgE specifiche nel sangue) per identificare eventuali allergeni scatenanti: sapere di essere allergico, per esempio, agli acari della polvere, aiuta a mettere in atto misure ambientali preventive (coprimaterassi antiacaro, ecc.). Infine, se c’è il sospetto di asma da sforzo, si può fare un test di broncoprovocazione con esercizio. Nel complesso, la diagnosi di asma è relativamente semplice da ottenere con questi esami, e una volta accertata è fondamentale monitorare nel tempo la funzione respiratoria per guidare la terapia.


Trattamento e gestione


La gestione dell’asma si basa su due pilastri: controllare l’infiammazione cronica dei bronchie bloccare rapidamente i sintomi quando si presentano. Per il controllo a lungo termine si usano farmaci di fondo (da prendere ogni giorno) che mantengono i bronchi meno infiammati e reattivi: i più importanti sono i corticosteroidi inalatori (es. beclometasone, budesonide, fluticasone), che in piccole dosi riducono l’infiammazione locale con pochi effetti sistemici. Spesso lo steroide inalatorio si associa a un broncodilatatore a lunga durata (LABA) nello stesso inalatore, per tenere aperti i bronchi 12-24 ore. Altri controller sono i leucotriene antagonisti(montelukast) per asma lieve o in aggiunta, e terapie biologiche (anticorpi monoclonali anti-IgE, anti-IL5, ecc.) riservate alle forme gravi eosinofiliche. Per il sollievo rapido dei sintomi, invece, tutti gli asmatici dispongono di un inalatore di broncodilatatore rapido (SABA) come il salbutamolo: è il classico spray “salva-vita” da usare ai primi segni di crisi, che rilassa i muscoli dei bronchi e fa passare in pochi minuti il respiro sibilante. In passato si consigliava di usarlo al bisogno, ma oggi nelle linee guida si tende a preferire già dall’inizio un approccio che combini steroide + broncodilatatore, anche al bisogno, per non trattare mai il sintomo senza curare l’infiammazione. Seguire correttamente la terapia è cruciale: molte crisi avvengono perché il paziente ha trascurato i farmaci di mantenimento pensando di stare bene, o usa male gli inalatori (una buona tecnica inalatoria va imparata col medico/farmacista).


Accanto ai farmaci, vanno gestiti i fattori scatenanti: ad esempio, se l’asma è allergica agli acari, è importante bonificare la camera da letto (materasso e cuscino antiacaro, niente moquette o peluche, lavare spesso lenzuola ad alta temperatura). Se allergici ai pollini, nelle stagioni critiche tenere le finestre chiuse nelle ore di picco pollinico e magari usare un filtro antipolline in auto. Bisogna evitare il fumo (che irrita i bronchi) e possibilmente anche il fumo passivo. L’esercizio fisico in realtà fa bene agli asmatici, purché l’asma sia controllata: molti atleti olimpici sono asmatici! Basta eventualmente usare il broncodilatatore 10 minuti prima di iniziare (profilassi dell’asma da sforzo) e fare un riscaldamento graduale. A volte si consiglia di indossare una sciarpa su naso e bocca se si fa sport al freddo (per riscaldare l’aria inspirata). Gestire lo stress e le emozioni forti aiuta a ridurre un trigger meno noto ma reale. Nelle forme allergiche gravi, si può valutare con l’allergologo l’immunoterapia specifica (vaccino desensibilizzante) verso l’allergene, per ridurre la reattività. E in generale, è utile un piano d’azione scrittoconcordato col medico: sapere riconoscere i segni di peggioramento (ad es. bisogno di usare troppe volte il ventolin) e come regolare la terapia di conseguenza, quando consultare il medico o andare al PS, ecc. Questo dà sicurezza al paziente e spesso previene attacchi gravi.


Con l’asma si può vivere a pieno ritmo: lo dimostrano milioni di persone e sportivi eccellenti. La chiave è conoscere la propria malattia e aderire al trattamento. Per esempio, tenete un diario dell’asma: segnate i sintomi, l’uso dell’inalatore al bisogno e le situazioni scatenanti, e portatelo alle visite di controllo – aiuterà il medico a capire se l’asma è sotto controllo o se serve aggiustare la terapia. Assicuratevi di usare gli inalatori nel modo giusto: un uso scorretto (poca coordinazione mano-respiro, oppure non sciacquare la bocca dopo il cortisone inalato) può ridurne l’efficacia o dare effetti collaterali (mughetto orale). Non abbiate timore del termine “cortisone”: i dosaggi inalatori per l’asma sono molto bassi e vanno direttamente ai bronchi, gli effetti sistemici sono minimi rispetto ai benefici (evitare attacchi e danni da infiammazione cronica). Coinvolgete amici e familiari spiegando cosa fare in caso di vostra crisi (ad esempio aiutarvi a trovare l’inalatore, o chiamare aiuto se non migliorate). Tenete sempre un inalatore di emergenza a portata (a casa, in borsa, ecc.) e anche un distanziatore se ne usate uno. Infine, fate controlli regolari anche quando tutto va bene: l’asma può cambiare con gli anni (talvolta migliora molto, specie quella infantile, a volte può riacutizzarsi), quindi mantenere il contatto col vostro pneumologo/allergologo è la strategia vincente. In conclusione, l’asma bronchiale non deve impedirvi di realizzare i vostri progetti: con una gestione attenta, potrete praticare sport, viaggiare e fare tutto ciò che desiderate. Ricordate che “chi ben respira è a metà dell’opera”: quindi prendetevi cura dei vostri bronchi seguendo le terapie e gli accorgimenti, e loro vi ripagheranno con un respiro libero e senza affanni.

 
 
 

Commenti


  • Facebook
  • Instagram

©2021 Madonna dello Scoglio.

P. iva 03328980796 Sede Operativa Via Naxos Snc - Loc. Sanna Sannello 88900 Crotone

Sede Legale Via Salvatore Baffa 246 cotronei 88836 Kr

Creato da Boomsight S.r.l.

bottom of page