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Cancro nei giovani

  • Gruppo Sadel
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 7 min

Quando si pensa al cancro si associa spesso questa malattia all’età avanzata. In realtà, anche i giovani possono ammalarsi di tumore, e negli ultimi anni l’attenzione scientifica si è concentrata sull’aumento di incidenza di alcune neoplasie nelle fasce di età più giovani. Per “giovani” in questo contesto si intendono sia i bambini e adolescenti (tumori pediatrici), sia i giovani adulti sotto i 50 anni. Il fenomeno preoccupa perché un cancro insorto in giovane età colpisce persone nel pieno della loro vita lavorativa e familiare, e spesso comporta sfide particolari (ad esempio tutela della fertilità, impatto psicologico, ritorno alla vita sociale). Fortunatamente, la mortalità per cancro nei giovani è in diminuzione grazie ai progressi terapeutici, ma alcune forme tumorali stanno diventando più frequenti nelle nuove generazioni rispetto al passato.

Comprendere queste tendenze è fondamentale per attuare strategie di prevenzione mirate e garantire diagnosi tempestive anche nelle fasce d’età meno tradizionalmente monitorate.

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Dati epidemiologici e trend

Il cancro è meno comune nei giovani rispetto agli anziani, ma la sua incidenza sta aumentando nella popolazione sotto i 50 anni in molti Paesi. Studi globali hanno evidenziato un incremento di diagnosi di tumore nei giovani adulti a partire dagli anni ‘90. In Italia, i registri tumori (AIRTUM) indicano che nella fascia 0-49 anni l’incidenza di tumori è cresciuta annualmente dell’1,6% nelle donne e dello 0,7% negli uomini tra il 2008 e il 2016. Alcune tipologie di tumore mostrano aumenti più marcati: ad esempio i melanomi cutanei, i tumori della tiroide e della prostata (negli uomini) sono in crescita nei giovani, così come nelle donne i tumori dell’endometrio e il carcinoma mammario in età relativamente precoce. Un ampio studio pubblicato nel 2023 ha confermato che le coorti di nati più recenti presentano tassi più elevati di tumore rispetto alle generazioni precedenti alla stessa età. Ad esempio, i nati nel 1990 mostrano un rischio di cancro del colon, pancreas, rene e altri maggiore rispetto ai nati nel 1950 alla medesima età. Nel complesso, pur rimanendo il cancro più comune negli anziani, sta emergendo un aumento non trascurabile di tumori “ad esordio precoce” (in under-50). Va però sottolineato che, parallelamente, la mortalitàoncologica tra i 20 e i 49 anni in Italia è in diminuzione – calata di circa il 21% nelle donne e del 28% negli uomini dal 2006 al 2021 – segno dei progressi nelle terapie e nelle diagnosi precoci.


Tipologie di tumori nei giovani


I tumori che colpiscono maggiormente le fasce giovani-adulte differiscono parzialmente da quelli degli anziani. Tra i 20-40 anni sono relativamente più frequenti: nei maschi i tumori del testicolo (il tumore del testicolo ha un picco d’incidenza intorno ai 30 anni), i linfomi di Hodgkin, le leucemie, i melanomi e, con l’aumentare dell’età verso i 40-50, anche i tumori del colon-retto; nelle femmine prevalgono i tumori della tiroide, i melanomi, il cancro della mammella (seppur molto più comune dopo i 50, può insorgere anche prima), oltre ai tumori ginecologici come quello della cervice uterina. Anche alcuni sarcomi dei tessuti molli e tumori cerebrali possono presentarsi in giovane età. Nei bambini e adolescenti (0-19 anni) i tumori più comuni sono leucemie, linfomi, tumori cerebrali, neuroblastomi, sarcomi ossei come l’osteosarcoma e alcuni tumori rari propri di queste età. È importante distinguere queste fasce perché i tumori pediatrici hanno biologia e cure differenti rispetto a quelli dell’adulto. Nel complesso, l’incidenza annuale di cancro in Italia nei giovani adulti (fascia 15-39) è stimata intorno a 50 casi ogni 100.000 persone, il che si traduce in circa 11.000 nuovi casi annui in quella fascia. Aggiungendo i 40-49enni, il numero sale sensibilmente. Nonostante la rarità relativa, ogni giovane colpito rappresenta un impatto profondo sulla comunità, data la sua fase di vita.

Cause e fattori di rischio nei giovani: Perché i tumori stanno aumentando nelle generazioni più giovani? Le cause non sono del tutto chiare e sono oggetto di studio. Alcuni fattori legati allo stile di vita moderno potrebbero contribuire: l’obesità e la scarsa attività fisica (sempre più diffusa in età giovanile) sono state associate a maggior rischio di tumori come quello del colon-retto, pancreas, endometrio. Cambiamenti nelle abitudini alimentari (diete ricche di cibi ultraprocessati, bevande zuccherate) e l’aumento di diabete e sindrome metabolica in età più precoce potrebbero favorire lo sviluppo anticipato di neoplasie associate a questi fattori. Anche il consumo di alcol e tabaccoinizia spesso nell’adolescenza: sebbene i tumori da fumo (polmone, laringe) compaiano di solito dopo i 60 anni, iniziare a fumare da giovani aumenta la probabilità di ammalarsi più avanti. Un altro elemento è la storia riproduttiva: le giovani generazioni tendono a posticipare la maternità o avere meno figli, e una minore esposizione ormonale legata alla gravidanza e allattamento può leggermente aumentare il rischio di tumori al seno e ovaio rispetto al passato. Vi sono poi fattori ambientali ed esposizioni da considerare: l’inquinamento atmosferico e ambientale coinvolge tutti, inclusi i giovani, così come l’esposizione a radiazioni UV (lampade solari, abbronzatura intensa) che ha portato ad aumento di melanomi nei giovani. Non ultimo, il miglioramento della diagnostica: oggi si diagnosticano tumori che in passato magari non venivano scoperti così presto (pensiamo alla diffusione di ecografie, endoscopie, esami di imaging anche sui giovani), il che può gonfiare in parte i numeri (un fenomeno noto come “sovradiagnosi”). Questo è particolarmente vero per tumori della tiroide e prostata, dove programmi di controllo hanno individuato molte lesioni indolenti che in passato sarebbero passato. Gli esperti ritengono quindi che l’aumento dei casi giovanili sia dovuto a una combinazione di reali cambiamenti nei fattori di rischio (obesità, stili di vita, esposizioni ambientali) e maggiore diagnosi.


Prevenzione e diagnosi precoce

Sebbene alcuni fattori di rischio non siano modificabili (genetica, predisposizioni familiari come mutazioni BRCA per tumore al seno/ovaio, o condizioni congenite), molto si può fare per prevenire i tumori anche da giovani. Tutte le buone abitudini di vita contano: mantenere un peso forma, seguire una dieta equilibrata ricca di fibre e povera di carni processate (per proteggere soprattutto dal cancro colonrettale), fare attività fisica regolare, non fumare e limitare l’alcol (che è correlato a diversi tumori, inclusi quelli di testa-collo, fegato e mammella), sono consigli sempre validi. Inoltre è importante proteggersi dal sole fin dall’infanzia per ridurre il rischio di melanoma (evitando scottature e usando filtri solari). Sul fronte della prevenzione attiva, un ruolo fondamentale è svolto dalle vaccinazioni: ad esempio il vaccino contro il papillomavirus (HPV) è raccomandato nell’adolescenza e previene le infezioni da HPV che causano il tumore della cervice uterina e altri tumori orofaringei e genitali. Vaccinare i ragazzi e le ragazze contro HPV può virtualmente eliminare in futuro il tumore del collo dell’utero. Anche evitare comportamenti a rischio (come l’uso di sostanze dopanti o diete estreme) protegge la salute generale. Per i giovani con forte familiarità per specifici tumori, può essere utile iniziare screening anticipati (es. una colonscopia precoce se ci sono molti parenti con carcinoma del colon in giovane età, o risonanze magnetiche annuali al seno per giovani donne portatrici di mutazioni BRCA). È importante anche non ignorare eventuali sintomi sospetti anche se si è giovani: ad esempio un nodulo anomalo (al testicolo, al seno), sanguinamenti insoliti (sangue nelle feci, perdite tra i cicli mestruali), cefalee persistenti associate ad altri sintomi, cambiamenti di un neo, affaticamento estremo o perdita di peso non spiegata – vanno sempre riferiti al medico anche nei pazienti giovani, perché la diagnosi tempestiva migliora enormemente la prognosi. In Italia sono attivi centri e protocolli dedicati ai pazienti oncologici giovani (la cosiddetta popolazione AYA – Adolescenti e Young Adults), che offrono supporto clinico e psicologico specifico.


Terapie e sopravvivenza


Fortunatamente, quando un giovane si ammala di cancro, ha spesso una capacità di reagire alle terapie migliore e meno comorbilità rispetto a un paziente anziano. Le terapie oncologiche – chirurgia, chemio, radioterapia, farmaci a bersaglio molecolare, immunoterapia – sono le stesse usate in altre fasce d’età, ma particolare attenzione viene data alla preservazione della fertilità (ad esempio tramite crioconservazione di ovuli o spermatozoi prima di terapie potenzialmente sterili) e al supporto psicologico, dato l’impatto su identità, progetti di vita, lavoro. La sopravvivenza a 5 anni dei giovani con tumore oggi è generalmente elevata per molte neoplasie: ad esempio oltre l’85-90% dei casi di Hodgkin in under-40 guarisce definitivamente, il tumore del testicolo ha oltre il 95% di guarigioni, le leucemie acute dell’infanzia hanno oltre l’80% di guarigione. Sfide restano in tumori “giovanili” più aggressivi come alcuni sarcomi ossei o tumori cerebrali. In ogni caso, i progressi medici continuano a migliorare gli esiti.


Il “cancro nei giovani” sta emergendo come tema di crescente importanza. Il messaggio fondamentale è che il cancro può colpire a qualsiasi età, quindi occorre vigilare anche sulla salute dei più giovani. Ciò non significa allarmarsi inutilmente, ma adottare fin dall’adolescenza stili di vita protettivi (niente fumo, dieta sana, movimento, vaccinazioni) che abbiano un effetto preventivo a lungo termine. Inoltre, ascoltare i segnali del proprio corpo: anche in un ventenne un sintomo persistente e anomalo merita un controllo medico, senza minimizzare pensando “sono troppo giovane per ammalarmi”. Fortunatamente, quando diagnosticato precocemente, un tumore in un giovane ha spesso ottime probabilità di guarigione completa. La ricerca scientifica sta indagando le cause dell’aumento di tumori negli under-50, così da intervenire sui fattori di rischio emergenti (ad esempio promuovere una vita attiva per combattere l’obesità giovanile). In parallelo, è importante garantire percorsi di cura dedicati ai pazienti giovani, che tengano conto delle loro specifiche esigenze. Un giovane che supera il cancro ha davanti a sé molti anni di vita: investire nella sua riabilitazione fisica, psicologica e sociale significa restituire alla società una persona nel pieno delle sue potenzialità. In sintesi, il cancro nei giovani richiede una doppia strategia: da un lato potenziare la prevenzione e la diagnosi precoce in queste fasce d’età, dall’altro continuare a migliorare terapie e servizi di supporto dedicati, affinché anche chi si ammala presto possa avere un futuro lungo e di qualità.

 
 
 

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