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Colesterolo alto (ipercolesterolemia)

  • Gruppo Sadel
  • 28 lug
  • Tempo di lettura: 5 min

Il colesterolo alto, o ipercolesterolemia, indica livelli eccessivi di colesterolo nel sangue. Si tratta di un problema molto comune nei Paesi occidentali – in Italia si stima riguardi oltre il 20% della popolazione adulta – e rappresenta un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Di per sé il colesterolo alto non provoca sintomi evidenti (viene spesso scoperto tramite esami del sangue di routine), ma a lungo andare può contribuire alla formazione di placche nelle arterie (aterosclerosi), aumentando il pericolo di infarto o ictus. La buona notizia è che l’ipercolesterolemia può essere corretta: migliorando la dieta e lo stile di vita, e con farmaci specifici quando necessario, è possibile riportare i valori di colesterolo in un range sicuro e proteggere la salute di cuore e vasi. Affronteremo ora in modo chiaro cos’è il colesterolo alto, quali sono le cause più comuni, come si diagnostica e quali rimedi (alimentari, comportamentali e farmacologici) sono disponibili per gestirlo.


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Il colesterolo è una sostanza grassa fondamentale per l’organismo: è un componente delle membrane cellulari ed è precursore di ormoni e vitamina D. Il nostro corpo ne produce la maggior parte (a livello del fegato), mentre il resto proviene dall’alimentazione. Nel sangue, il colesterolo viaggia legato a particelle chiamate lipoproteine: le principali sono le LDL (colesterolo “cattivo”), che trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti, e le HDL (colesterolo “buono”), che riportano l’eccesso di colesterolo dai tessuti al fegato. Quando parliamo di colesterolo alto, di solito intendiamo un eccesso di colesterolo LDL. Le cause possono essere ereditarie o legate allo stile di vita. In alcuni casi esistono condizioni genetiche (come l’ipercolesterolemia familiare) in cui il corpo produce troppo colesterolo o non riesce a smaltirlo adeguatamente, portando a valori altissimi fin dall’infanzia. Più spesso, però, l’ipercolesterolemia è dovuta a una combinazione di predisposizione genetica e fattori ambientali: una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri, il sovrappeso, la sedentarietà, il fumo di sigaretta, insieme possono far aumentare i livelli di LDL nel sangue. Anche alcune malattie (diabete, ipotiroidismo, sindrome metabolica) o farmaci possono contribuire a elevare il colesterolo. Infine, l’invecchiamento e il sesso femminile dopo la menopausa sono fattori associati a colesterolo più alto. Capire le cause (per esempio distinguere un colesterolo alto “da stile di vita” rispetto a uno familiare) aiuta il medico a decidere la strategia di trattamento più adatta.


Il colesterolo alto in sé non provoca sintomi, e per questo l’ipercolesterolemia viene spesso definita un pericolo silenzioso. La maggior parte delle persone con colesterolo elevato sta bene e ignora il problema finché non fa degli esami del sangue. Solo in casi eccezionali, con valori estremamente alti (tipicamente in alcune forme genetiche), si possono vedere depositi di grasso sotto la pelle, ad esempio xantomi su tendini o articolazioni o xantelasmi sulle palpebre: piccole placche giallastre di colesterolo. Questi segni sono rari e di solito indicano ipercolesterolemie gravi o familiari. Per diagnosticare il colesterolo alto basta un semplice esame del sangue chiamato profilo lipidico, che misura il colesterolo totale, l’LDL, l’HDL e i trigliceridi. I valori vengono interpretati dal medico tenendo conto del profilo di rischio del paziente: per esempio, in una persona che ha già avuto problemi di cuore o è diabetica, si mira a livelli di colesterolo LDL ancora più bassi. In generale si considera ottimale un colesterolo LDL < 100 mg/dl (o <70 mg/dl per chi ha rischio cardiovascolare alto) e un colesterolo HDL > 40 nei maschi e >50 nelle femmine. È importante controllare periodicamente il colesterolo, specialmente se in famiglia ci sono stati casi di infarto o se si hanno altri fattori di rischio.



Il primo approccio per abbassare il colesterolo è modificare lo stile di vita. La dieta gioca un ruolo chiave: si raccomanda di ridurre i grassi saturi (meno carni rosse, insaccati, formaggi grassi, fritti) e i cibi ricchi di colesterolo(frattaglie, tuorli d’uovo, burro), preferendo invece alimenti ricchi di fibre solubili (verdure, frutta, legumi, avena) e grassi insaturi (olio d’oliva, frutta secca, pesce azzurro) che aiutano a migliorare il profilo lipidico. Mantenere un peso forma è altrettanto importante, così come fare attività fisica aerobica regolare: l’esercizio infatti tende ad aumentare l’HDL (il colesterolo “buono”) e a ridurre l’LDL cattivo. Se dopo alcuni mesi di dieta e movimento il colesterolo rimane oltre i target, il medico valuterà l’uso di farmaci ipolipemizzanti. I più prescritti sono le statine, che riducono la produzione di colesterolo nel fegato e sono molto efficaci nel diminuire l’LDL (possono abbassarlo anche del 30-50%). Altri farmaci includono gli inibitori dell’assorbimento del colesterolo intestinale (es. ezetimibe) o, per i casi più difficili, anticorpi monoclonali anti-PCSK9 (iniezioni che favoriscono l’eliminazione dell’LDL dal sangue). In persone con ipercolesterolemia familiare molto severa, si possono usare terapie più particolari (come l’aferesi delle LDL, una sorta di “dialisi” per il colesterolo). È importante aderire alla terapia: il colesterolo alto non dà disturbi immediati, ma seguire le indicazioni mediche è fondamentale per prevenire problemi futuri. Molti pazienti chiedono se esistono rimedi naturali: integratori a base di riso rosso fermentato(contenente una statina naturale), fibre o fitosteroli possono dare piccoli benefici, ma vanno usati sotto controllo medico e non sostituiscono i farmaci quando questi sono necessari. In sintesi, la strategia per combattere il colesterolo alto si basa su un mix di buona alimentazione, movimento, niente fumo e, se serve, farmaci sicuri ed efficaci.


Conoscere i propri valori di colesterolo è il primo passo: tutti dovrebbero aver misurato almeno una volta il colesterolo con un esame ematico (più precocemente se c’è familiarità per infarto o ictus). Se i valori sono al di sopra della norma, niente panico: piccoli cambiamenti nello stile di vita possono fare una grande differenza. Ad esempio, limitare gli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi, preferendo cotture semplici e aumentando le porzioni di verdura, può abbassare l’LDL in poche settimane. Smettere di fumare e ridurre gli alcolici migliora non solo il colesterolo ma anche tanti altri parametri di salute. Imparate a leggere le etichette dei prodotti alimentari per controllare i grassi contenuti, e magari fatevi seguire da un nutrizionista se avete dubbi sulla dieta. Un’altra buona abitudine è camminare: 30 minuti di camminata veloce al giorno possono innalzare leggermente l’HDL e giovare al sistema cardiovascolare. Ricordate che abbassare il colesterolo è un investimento a lungo termine: anche se non “sentite” sintomi, mantenere il colesterolo nei limiti ridurrà il rischio di aterosclerosi man mano che gli anni passano. Infine, non scoraggiatevi: con l’aiuto del vostro medico potrete trovare la combinazione di interventi più adatta a voi. Moltissime persone sono riuscite a riportare il colesterolo a livelli ottimali grazie a dieta e farmaci e a vivere una vita sana e attiva. Ogni sforzo in questa direzione è un regalo prezioso al vostro cuore e alle vostre arterie.


 
 
 

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